Su questa rete di vie militari (e non solo) sono stati "disegnati diversi bellissimi percorsi di mtb famosi in tutto il mondo.
Flora ed io vogliamo provare l'itinerario più adatto a noi (storicamente parlando): la 100 km dei Forti.
La 100 km dei Forti è un pò troppo per noi che "forti" non siamo . L'azienda turistica della zona, proprio per permettere a chi, come noi, non ha le gambe per i 100 km, ha spezzato il percorso in 3 anelli. Quello di Lavarone da 28 km, quello di Luserna da 39km, e quello di Folgaria da 51km. Tanto per cominciare abbiamo deciso di assiemare i giri di Lavarone e Luserna e ricavarne una unica escursione tematica. Questo percorso, oltre a km e dislivello dovrebbe permetterci di vedere e visitare diversi luoghi importanti nella storia della Grande Guerra. Partiamo così da Lavarone (Chiesa)
ci paiono di buon auspicio per la nostra escursione che prosegue lungo bei sentieri fra muretti a secco.
Nei pressi di Slaghenaufi il percorso della 100 km coincide con il sentiero della pace e passiamo nei pressi del Cimitero di Guerra Austroungarico.
Una anziana signora sosta pensierosa davanti all'ingresso. Chissà se è solo una turista, una persona appassionata come noi della Storia della Grande Guerra, oppure ha qualche parente li sepolto...potrebbe essere un nonno...uno zio...Ci fermiamo solo un momento giusto il tempo per una preghiera
Proseguiamo la nostra escursione su terreni noti. Seguiamo le indicazioni che ci portano verso Spiazzo Alto. In questa zona (dalle parti dello chalet Monte Cimone ) il percorso del circuito di Lavarone gira ed inizia il tratto di ritorno. Noi proseguiamo seguendo la segnaletica del tracciato di Luserna. La strada è molto bella e veloce e alcuni scorci sono da incorniciare.
Le indicazioni della 100 km ci dirigono verso Passo Vezzena
Proseguiamo verso passo Vezzena passando prima da Malga Campi
e poi pedalando lungo belle strade che costeggiano alpeggi e prati verdi
Davanti al colle, un curioso cartello che garantisce momenti allegri in fronte allo Spitz Levico.
Arriviamo al Forte per visitare. Transenne significative vietano la possibilità di una visita accurata. Possibilità e pericolo di crollo.
Però una veloce occhiata in giro la diamo ugualmente.
Abbandoniamo il forte mentre arriva una ansante comitiva di gitanti appena smontati dal pulman. Proseguiamo verso passo Vezzena salutando una comitiva di bambini guidate da un allegro sacerdote. Chiude la fila una suora sorridente. Al passo ci fermiamo un momento per una breve ma intensa merenda.
Poi cominciamo un giro abbastanza strano e contorto che ci dovrebbe fare arrivare al forte di Luserna. Andiamo per poco lungo la strada che va a Lavarone e poi seguendo le indicazioni puntuali e precise deviamo nel bosco. Pedaliamo per ripida strada risalendo pista da sci
Continuiamo per la nostra via seguendo le indicazioni . Ora i cartelli si fanno più radi e nei prati l'erba è più alta e si vedono male le tracce del sentiero.
Poi ci fermiamo per riprendere fiato e ne approfitto per cambiare le pile ormai esaurite al navigatore. Da queste parti, evidentemente, sbagliamo qualcosa e dopo poco ci ritroviamo al passo Vezzena. Siamo un pò disorientati, consultiamo la carta, giriamo un pò cercando la via giusta. Poco più in la un monumento e la chiesa di S.Zita...ma sono fuori dal nostro giro. Torniamo sui nostri passi e chiediamo lumi ad alcuni contadini che stanno sistemando l'impianto elettrostatico che delimita un pascolo. In veneto stretto ci consigliano di passare sotto Malga Basson. In questo luogo si svolsero importanti combattimenti. In questo momento a noi interessa davvero ritrovare la retta via. E la ritroviamo. Più tardi cercheremo di documentarci meglio e di capire quali sono stati gli avvenimenti bellici che 100 anni fa si svolsero nei dintorni di malga Basson. Poco oltre la malga ritroviamo la segnaletica. Bene. Entriamo ora nella Regola di Casotto. Ci fa sorridere la denominazione "Casotto", ma le Regole sono una importante istituzione davvero antica che gestisce una comunità, pascoli e boschi di una zona.
La architettura delle costruzioni in pietra è tipica della civiltà cimbra.
Continuiamo nel nostro continuo salire. Più o meno dolcemente ma saliamo continuamente. Non abbiamo mai un momento di riposo. Qualche discesa interrompe la fatica, ma è sempre una discesa breve e non sufficiente a recuperare. L'ora avanza così come l'appetito, ma la merenda a passo Vezzena ci permette di continuare. Passiamo da malga Campo dove ci vengono date ulteriori info sul percorso.
Le figure di due soldati appoggiate al muro ci fanno pensare che anche qui si combattè duramente. I soldati raffigurati sono un austriaco ed un italiano. Così insieme di guardia alla malga, ci confortano e ci fanno ben sperare per un futuro più solidale. Usciti dal bosco il panorama che ci si presenta è davvero stupendo anche se nel cielo si vanno accumulando le nuvole. Dalla valle sale umidità che da un tocco di mistero al panorama.
Pedala pedala, sali e risali arriviamo agli avamposti del Forte Luserna. Ci fermiamo a visitare. Gli avamposti sono due. Il primo (avamposto Viaz) è munito di una lunga galleria che percorriamo fino a sbucare sulla vallata sottostante.
Dopo l'avamposto Viaz andiamo a visitare l'altro, poco distante. Se possibile, questa postazione è ancora più interessante dell'altra. Riusciamo ad entrare in sella alle nostre mtb.
Il tempo passa e dobbiamo andare avanti. Pedalando per poco tempo in un susseguirsi di saliscendi boschivi arriviamo al distrutto forte Luserna. Questo forte, ridotto a mal partito dalle nostre artiglierie fu sul punto di capitolare. Questo avrebbe creato un pericoloso buco nella linea difensiva austriaca. L'intervento delle artiglierie degli altri forti che bombardarono i loro stessi commilitoni che avevano issato bandiera bianca mostrarono ai nostri comandi che la linea era comunque salda e non si sarebbe passati facilmente. E penso a quei poveri ragazzi sotto il fuoco italiano e sotto al fuoco amico, con il mondo che stava per cadergli addosso. Boati ,scoppi, fumo, schegge e cemento a pezzi che volava ovunque, loro chiusi li ad aspettare la fine, impotenti a qualsiasi azione. Deve essere stato terribile! Spingiamo le nostre bici per un ripido sentierino che ci porta al Forte Luserna. Ci accoglie una garitta con la figura di un soldato che monta la guardia
ed eccoci al forte
Contenti nel vedere il forte in fase di restauro, un pò delusi per l'impossibilità di visitarlo, torniamo sulla nostra traccia e percorso originale. Scendiamo da divertente sentiero fin sulla strada boschiva (probabilmente ex strada militare) sottostante. Dopo poco ci distacchiamo anche da questa e scendiamo in uno stupendo pianoro. Siamo nei pressi del centro fondo di Millegrobbe.
Arriviamo in questo ambiente rilassato e rilassante al rifugio Millegrobbe.
Stomaco ed orario richiedono sosta ristoratrice. Nonostante l'orario i gestori ci forniscono la strumentazione per mettere a tacere gli stomaci ormai nervosi. Ci concediamo così un "sano momento di ciclismo"
Scendiamo un pò per bei sentieri sotto Luserna
Poi risaliamo duramente per entrare nell'abitato di Tezze.
Di qui fino , per bei sentieri ameni
arriviamo all'abitato di Masetti. Sempre belle le costruzioni caratteristiche.
L'asfalto che percorriamo per arrivare a Malga Laghetti ci fa riposare un pò le membra che iniziano ad essere stanche. Lungo la strada notiamo un paio di caverne ora usate come depositi di legna...probabilmente erano sbarramenti stradali ....
Malga Laghetti ci delude un pò, impianti sciistici molto grandi e grandi impianti elettrici di alimentazione rovinano un pò il sito che altrimenti sarebbe davvero bello.
Lasciamo l'asfalto e, per strada militare, iniziamo la salita del Tablat (spero di ricordare giusto). Le note parlavano di dura salita, in realtà la portiamo via piuttosto bene.
A questo punto abbandoniamo il circuito della 100 km di Luserna e riprendiamo quello di Lavarone. Anzichè salire verso Spiazzo alto, incominciamo a scendere velocemente (finalmente) verso Forte Belvedere.
Appena prima del forte Belvedere ci fermiamo in un' ampia spianata. Davanti a noi si regono due alti camini.
siamo nell'area logistica della zona.
Probabilmente in questa zona venivano ammassati i rifornimenti alimentari e non da distribuire alle truppe dislocate nei forti e lungo le trincee a protezione di questi. Gli alti camini probabilmente appartenevano a forni o a grandi cucine.
Non resta che scendere a Forte Belvedere. "A Trento Basto Io" era il motto e il vanto di questo forte, che, effettivamente si difese (anche se con affanno) molto bene. Attraversiamo velocemente il forte (lo abbiamo già visitato ieri)
Per bei sentieri, già percorsi ieri a piedi rientriamo verso Lavarone.