lunedì 20 luglio 2015

Grande Guerra mtb: La vecchia strada della Fricca e la strada dei Kaiserjager off road

Le condizioni meteo non promettevano nulla di buono, quindi abbiamo abbandonato l'altopiano di Lavarone per scendere al lago di Levico dove avremmo potuto trovare un clima un pò più dolce. Ciononostante non abbiamo abbandonato l'idea di percorrere con le nostre mtb i sentieri e le strade della Grande Guerra. Una volta piazzato il camper in campeggio ci siamo dati da fare per raccogliere informazioni sulla possibilità di mettere in atto escursioni in mtb degne di tale nome. Flora avrebbe voluto pedalare una grande cicloescursione raggiungendo il Monte Ortigara. Questo  ci avrebbe impegnato per 2 giorni con dislivelli e chilometraggi davvero notevoli. Ma  la nostra preoccupazione era ben altro. La consultazione attenta dei siti meteo locali ci confermava ora dopo ora condizioni di tempo estremamente instabili e tendenti al brutto ed al freddo. Dobbiamo ripiegare su itinerari alternativi...studia e ristudia non riusciamo a concordare nulla di valido. Flora avrebbe voluto rifare il sentiero della pace risalendo dal passo della Fricca. Io non ero tranquillo, l'idea che ci potesse sorprendere il temporale lungo il sottile sentierino di discesa, sotto quelle pareti che potevano scaricare di ogni, mi preoccupava davvero parecchio. Quindi, alla fine decidiamo di partire comunque, così, senza una meta precisa ma con lo zaino colmo di materiale antipioggia. Vedremo di decidere di volta in volta dove si può arrivare. Pedaliamo leggeri lungo la pista ciclabile da Levico a Caldonazzo sotto un bel sole che ci invoglia a salire e a rischiare. Ho scaricato un itinerario di Visit Trentino che ci farà salire verso Lavarone lungo sentieri e vecchie stradine, fino a portarci a percorrere la vecchia strada della Fricca. Percorrendo questi bei sentieri iniziamo a salire verso Torre Sicconi e Centa S.Nicolò.
Pedaliamo lesti mentre il cielo comincia ad inscurire. Il sole viene coperto da preoccupanti nuvolazze provenienti dal Becco di Filadonna/gruppo della Vigolana. Ad un certo punto incontriamo un ciclista che chiacchierando volentieri ci accompagna fino a Centa. A questo punto il nostro amico ciclista, esaminato il cielo decide di rientrare verso casa. Noi continuiamo a pedalare, vorremmo arrivare almeno alla vecchia strada della Fricca. Saliamo chiacchierando fra strade bianche
e asfalto (con qualche digressione su sentiero)


passando nei pressi di piccoli e graziosi centri abitati.
Stiamo percorrendo la vecchia strada della Fricca pochi metri sotto l'attuale moderna via . Fortunatamente il traffico è scarsissimo e possiamo ammirare il panorama. A dire il vero il panorama ci annuncia cose poco belle...
Quando la vecchia strada tende a ricongiungersi con la nuova, la traccia gps ci fa deviare per un bel sentiero
Dopo una secca discesa nel bosco risaliamo ripidamente fino a sbucare nel parcheggio del rifugio/albergo del Passo della Fricca. E cominciano a cadere le prime gocce di pioggia. Vogliamo assolutamente andare a vedere le gallerie della vecchia strada. Per poche centinaia di metri ci immettiamo sulla nuova strada
 Poco prima del Tunnel entriamo nel tracciato antico.
La strada è stata scavata nella roccia e ci hanno garantito essere davvero spettacolare. Ci hanno detto che c'è pericolo di scariche di pietre. Staremo attenti...abbiamo anche il casco! Durante la Grande Guerra questa strada fu fondamentale per il trasporto truppe e per il rifornimento della linea dei forti sull'altopiano. Questa via vide le truppe austriache in fuga nei giorni della resa. Fu una ressa di soldati malconci stremati e vinti che cercavano di rientrare in patria senza esser fatti prigionieri. L'esercito più elegante del mondo risaliva verso casa ridotto a ben poca cosa. Truppe disordinate e spaventate affollavano questa stretta stradina scavata nel sasso sotto il tiro delle artiglierie italiane che li incalzava. Entriamo nelle prime gallerie, davvero suggestive.
 La vecchia strada della Fricca presenta qualche problema di caduta sassi e ghiaia, ma è davvero bella e merita di essere percorsa.  Ora l'aria si fa davvero fredda e ci fermiamo sotto una galleria per vestire indumenti idonei. In un attimo comincia un furioso acquazzone. Sotto la galleria "fischia aria da Trovatore" ma almeno siamo all'asciutto. Vestiamo tutto il materiale antiacqua per riparaci meglio dall'aria fredda e dall'umidità e dalle gocce di pioggia entrano nella galleria. Decidiamo di aspettare un pò sperando che il temporale cessi velocemente. Comincio a scrutare il cielo e là in fondo vedo uno squarcio di azzurro che tende ad avvicinarsi e ad allargarsi. Speriamo arrivi velocemente. L'azzurro avanza veloce, ma sopra di noi, dal Becco di Filadonna continua ad imperversare il temporale. Decidiamo di partire ugualmente anche se non ha ancora smesso di piovere. Lo spettacolo che si gode dalla strada è davvero emozionante.
Ad un certo punto, una grossa frana ha ostruito la via e dobbiamo spingere le bici a mano per qualche  metro.
La strada è una sorpresa continua e davvero più bella di quel che ci si aspettava.


Con le ultime gocce di pioggia termina anche la vecchia strada e rientriamo sulla nuova, ma per poco. Ritorniamo off road  e ci dirigiamo verso Carbonare. Incontriamo nuovamente il tracciato della 100 Km dei Forti. Il tracciato è davvero divertente.
 Ora il bel tempo ci conforta e pedaliamo ora per prati ora per boschi.


Siamo ancora al sole, ma nubi minacciose si riaffacciano dai monti. comunque siamo in ballo, e balliamo. Non faremo il sentiero della pace, ma ora come ora ci conviene raggiungere la Kaiserjagerstrasse per riscendere verso Caldonazzo....e speriamo bene. In questo tratto la 100 km dei forti coincide con la Gibo Simoni Marathon e, casualmente con il tracciato del sentiero della pace che va verso Spiazzo Alto. Grazie alla memoria di Flora facciamo un utile taglio sul percorso evitando un tratto ripido e fangoso nel bosco che ci avrebbe costretto ad un tratto di bici a spinta  La via ci porta a passare a fianco del Comando  Austriaco di zona.
Siamo nei pressi di Virti.
Il comando è stato ricavato nella fentitura della roccia. Sono state scavate delle gallerie e costruiti alloggi.
Il comando è situato in un sito davvero protetto e difficilmente individuabile dal nemico. Deviamo di pochi metri e ci addentriamo nella postazione per vedere.

L' ora avanza e dobbiamo cominciare a muoverci. Usciamo dal Comando

 e ci diriviamo verso Slaghenaufi . Il nome  del sito è tipicamente "cimbro" e mi lascia sempre un pò così. Ma qui era territorio cimbro, parlavano una lingua tedesca e i nomi derivano da questo.
Siamo ancora sul percorso della 100km dei forti su sentieri davvero belli anche se un pò faticosi  e spesso delimitati da stupendi muretti a secco. L'ora del pranzo solletica stomaco e denti, e ci ricordiamo di una bella pasticceria appena sotto Slaghenaufi. Deviamo dalla traccia e in pochi colpi di pedale siamo a destinazione. Una bella "bruschetta" e una birretta fanno il loro lavoro. Ci sarebbero anche paste e gelati...ma non vogliamo esagerare per non trovarci imballati in salita. Quando usciamo dal locale il cielo si è nuovamente incupito e, tempo di mettere il casco, cominciano a cadere le prime gocce. Proseguiamo ancora un pò e quando comincia a fare sul serio, con grande fortuna individuo un balcone sotto cui ripararci giusto il tempo di rivestire i paludamenti da pioggia. Il riparo si rivela davvero provvidenziale. Un nuovo forte acquazzone si abbatte sulla zona. Siamo già vestiti da pioggia, ma preferiamo aspettare che l'acqua rallenti un pò. Infatti in cielo le nuvole si vanno "rompendo" e qua e la si comincia ad intravvedere qualche timido strappo azzurro. Quando l'intensità della pioggia cala ripartiamo. Passiamo il piccolo cimitero di guerra e ci reimmettiamo nel percorso della 100km. D'un tratto il sole comincia a risplendere e dentro gli abiti da pioggia comincia a far caldo. Altra sosta per la svestizione. Dopo un attimo di salita iniziamo una veloce discesa nell'aria frizzante del bosco.
  Spiazzo Alto ci accoglie con un bel sole e un giglio rosso (quello di S.Giovanni) si mostra in tutta la sua bellezza
Non ci resta che imboccare la Kaiserjagerstrasse e cominciare a scendere veloci su asfalto. Ma, ma, poco sotto incontriamo un curioso cartello CAI che indica "Caldonazzo". Il sentiero indicato porta le indicazioni per 2 sentieri: il 226 e il 222. Sappiamo che uno dei due è davvero difficile. Decidiamo di provare a scendere dal sentiero 226  sperando di aver preso quello meno tosto.
Inizialmente il sentiero si rivela abbastanza abbordabile e divertente, ma poi... ma poi si stringe davvero e gradini poco simpatici con curve strettissime ci mettono in difficoltà . Troviamo anche la via piuttosto "sporca" e sconnessa e la prudenza ci consiglia di non rischiare oltre.
La prima parte del sentiero termina su un manufatto di sostegno della strada con una scala ripida e strettissima che si fatica a scendere con le bici a mano. Scendiamo  su asfalto e ci fermiamo quasi subito al punto panoramico
La visione dei laghi di Caldonazzo e Levico è sempre un bel vedere...Scendiamo qualche altro tornante passando le belle gallerie.
Fatti pochi tornanti  all'altezza del cippo che ricorda la costruzione della Kaiserjagerstrasse,




La vecchia strada dei Kaiserjager scendeva per bei tornanti sotto l'attuale tracciato. Decidiamo di scendere a Caldonazzo seguendo questa antica via.  La vecchia strada è diventata un sentiero carino e scorrevole anche se abbastanza sporco.



Poco più sotto ci fermiamo presso una bella vasca con acqua fresca e sulle rocce c'è una targa. Se non ricordo male parla di un acquedotto costruito dagli austriaci.


A metà  discesa una brutta frana che ha "mangiato" la quasi totalità della strada  ci obbliga al passaggio con bici a mano...e anche questo abbastanza rischioso... Poi la discesa finale verso Levico.


Percorriamo le ciclabili che portano alla bella cittadina termale
Per terminare la giornata andiamo a far rifornimento per la cena
Rientrando al campeggio mi accorgo che a Flora sbanda molto la ruota posteriore. Controllo e mi accorgo che ha rotto un  raggio. Che fare? Telefonata veloce a Cetto bike che gentilmente ci accoglie e ripara al volo la ruota danneggiata. Un ringraziamento caloroso ai meccanici del negozio che in un sabato sera nonostante il negozio affollato ci hanno riparato il mezzo con grande gentilezza. Questo ci permetterà di andare, l'indomani alla ricerca di altri percorsi della Grande Guerra

Chi fosse interessato a scaricare la traccia del giro lo può fare al seguente indirizzo :
http://tc.mtb-forum.it/traccia.php?id=269488