giovedì 15 gennaio 2015

GRANDE GUERRA TREK: LA FORRA DEL LUPO.

Di questo luogo dai contorni irreali e un poco magici avevo visto degli spezzoni di filmati su internet, e delle foto. Filmati e foto sono stati realizzati da professionisti dell’immagine. Il luogo in questo modo si era ammantato, nella mia fantasia, di un alone davvero speciale ed avevo maturato l’idea, davvero strana, che non sarei mai arrivato a vederlo. Mi sembrava un posto in capo al mondo, un sito tipo “ l’isola che non trovata” (di Gucciniana memoria…quella che il re di Spagna seppe dal cugino…il re di Portogallo…con bulla del Pontefice).
Flora, mia moglie, sta raccogliendo con meticolosità davvero incredibile, tutta una serie di testimonianze, immagini, racconti, foto, filmati della Grande Guerra, e tutti i giorni mi propone diverse mete davvero interessanti. A dire il vero sono rimasto legato a siti famosi e conosciuti dai più, e ignoravo davvero tanti siti di grande importanza bellica, anche se quasi sconosciuti…
Ignoravo quasi completamente tutto il fronte disteso appena sopra il lago di Garda, sopra Rovereto e via dicendo. Avevo visto qualche rudere sul monte Cadria…ma non avevo dato importanza.
Grazie alla caparbietà e alla “professionalità” di mia moglie (ha lavorato fino a poco tempo fa nel turismo) sto “mettendo il naso" in siti davvero importanti e incredibilmente interessanti.
Ma devo essere sincero…la meta dell’escursione dell’altro giorno era Malga Zures, sopra il Lago di Garda. La posizione del sito lo faceva davvero appetibile per quota e temperatura.
Le giornate non sempre cominciano bene…non sempre finiscono male…
A dire il vero non avevo molta voglia di spostarmi da casa….avevo voglia di andare a fare un giro in bici dalle parti di casa….ma per dare soddisfazione a Flora…ho accettato. Poi in verità la storia della Grande Guerra mi ha sempre affascinato e mi affascina ogni giorno di più.
Stranamente l’altra mattina ci siamo approntati in tempi rapidi e siamo partiti  da casa con una decina di  minuti di anticipo rispetto alla tabella di marcia ipotizzata. Il traffico non eccessivo ci ha permesso di arrivare all’uscita autostradale di Rovereto Sud davvero velocemente. Bene! La giornata tersa lasciava intravvedere una splendida camminata sulle montagne sopra Riva…
Ma appena fuori dell’autostrada un curioso cartello ci annunciava che la strada verso Riva era interrotta poco più avanti. “Non è possibile” ci siamo detti…e siamo andati avanti. Dopo il lungo tunnel la coda di autocarri e auto ci confermava il blocco. Un fumo intenso e nero invadeva la valle appena prima del “solco di Loppio” . Dopo un po’ di minuti, dopo aver visto arrivare diversi equipaggi di pompieri, e aver visto che non ci si muoveva, abbiamo realizzato che non saremmo mai riusciti a fare la nostra escursione. Proviamo ad aspettare ancora un po’, sperando di arrivare alla rotonda per la strada che porta verso la Val di Gresta per arrivare al Naja Grom….niente da fare, il tempo passa e, veramente, la processione non cammina!
Nel frattempo sono davvero diventato scorbutico e nero in viso (pensavo alla bella pedalata che avrei potuto fare a casa con gli amici….) . Ma ormai siamo qui…bisogna trovare una via d’uscita…
E la butto li…andiamo a Serrada a trovare la Forra del Lupo…
L’ho buttata li così per dire, senza aver ben pensato alla posizione di Serrada.
Flora accetta al volo.
Con notevole nervosismo, in mezzo alla colonna ferma, inizio una manovra di inversione ad U.
Il sopraggiungere di una macchina dela Foerstale mi fa fare qualcosa di veramente sbagliato e la macchina tocca sotto e rimango in bilico su un “ricciolo” della strada.
Mentre tiro giù tutti i santi presenti in paradiso, e anche quelli che ancora devono andarci, con cattiveria finisco la manovra sperando di non aver fatto danni grossi all’auto….
Mi fermo in una piazzola poco dopo a controllare…apparentemente ho solo scrostato lo strato di “antirombo” sui longheroni…speriamo bene. La macchina si comporta bene arrivando a Rovereto.
Inizio la salita verso Serrada. Le indicazioni mi dicono che devo arrivare quasi a Folgaria.
Lo sapevo! Avrei dovuto saperlo…c’ero stato quest’autunno.
Cattivo come una iena inizio a salire i tornanti prendendomela con tutti quelli che ho davanti e che vanno troppo piano (a mio avviso)
Se Dio vuole arriviamo a Serrada. Dopo un giro del paese per trovare parcheggio….sistemo la macchina in un bel piazzale vicino ad un bar sotto le piste. In fretta ci prepariamo.
Sono nero come un temporale. Non abbiamo cartine non sappiamo da che parte cominciare.
Con la scusa di un caffè entriamo nel bar e cerchiamo cartine o info varie.
Ne caviamo solo l’indicazione per il Sentiero delle Trincee, che si imbocca appena fuori del bar.
Sono rassegnato al girello attorno al paese….
Mugugno e sbuffo in modo ignobile mentre comincio a camminare lungo il sentiero. Il sentiero, all’inizio dice poco…ma piuttosto che niente…
Pestiamo un po’ d’erba in salita e notiamo che il sentiero ci mena in direzione delle piste da sci, affollate e innevate artificialmente.
Andiamo ancora un po’…ed arriviamo ad un bivio. Una indicazione quasi insignificante ci indica: Postazioni.
Flora, senza esitazioni si avvia. So da tempo che mia moglie ha un fiuto eccezionale, quasi animale.
Fatica a leggere una cartina….ma a “naso” riesce a trovare quello che vuole…
Come faccia non lo so…ma è veramente abile e brava.
La seguo…ci diciamo che…al limite torneremo sui nostri passi.
Poco dopo il cartello incappiamo in un paio di posti di vedetta/mitragliatrice (forse) in via di manutenzione e delimitate da nastro bianco/rosso…
La cosa ci fa drizzare le orecchie….ci guardiamo e ci diciamo….”non sarà mica quello che cerchiamo?”
Per non sapere né leggere né scrivere iniziamo a seguire il sentiero.
Inizialmente la via è bella larga, ma poi va stringendosi in modo preoccupante. Distinguiamo appena la tracciola nel bosco. Notiamo però evidenti segni rossi completi di frecce sui sassi e su tronchi tagliati. Rami appositamente posati, sbarrano la strada su sentieri secondari.
La cosa ci prende e siamo ansiosi mentre saliamo a zig zag nel bosco. Il sentiero poi si riallarga e corre di cengia lungo la costa che sovrasta la valle di Terragnolo.
Il panorama è veramente bello e merita comunque la perlustrazione.
Ora il sentiero va trasformandosi in un qualcosa che, ci pare ogni passo di più, assomiglia ad una trincea. Ne abbiamo conferma poco dopo quando cominciamo a incontrare quelle che ci sembrano postazioni.  
Ora stiamo camminando veramente in una profonda trincea che corre proprio sul precipizio sopra la Val Terragnolo.
Le emozioni vanno accavallandosi velocemente. Nella trincea è rimasta della neve che si è trasformata in ghiaccio. Dobbiamo procedere con circospezione per non scivolare. Spesso dobbiamo salire sul borso della trincea…a strapiombo sulla vallata sottostante. 
Qua e la ci fermiamo per scattare qualche foto. Giusto il tempo per riflettere sulle condizioni di vita dei soldati appostati in questi luoghi. Chissà se riflettevano sulle bellezze che avevano davanti…o semplicemente si accontentavano di sopravvivere. Probabilmente ai loro orecchi giungevano continuamente gli echi dei bombardamenti sulle montagne circostanti, appena sopra di loro, davanti a loro….e la sul fondo si vede il gruppo Adamello/Presanella….anche li giù cannonate, spari….certamente quei ragazzi non viveano la montagna come la intendiamo noi ora…anche se, specialmente negli ufficiali, sorgevano momenti di ammirazione per le montagne e per la bellezza del creato. Ora nelle trincee e attorno ad esse è cresciuta tanta vegetazione…ma allora….allora con ogni probabilità era tutto pelato…La legna serviva a fare ripari a scaldare i rigugi in galleria o caverna…gli alberi se colpiti dalle bombe potevano bruciare e recare danni….
Riprendiamo a camminare con questi pensieri e chiacchierando, quando notiamo che la trincea si infossa in una gola naturale.
Davanti a noi pareti rocciose lavorate dall’uomo, si ergono a mura difensive. Scalette intagliate nella roccia portano a postazioni sopraelevate…
Flora entra in agitazione…
“E’ questa è questa”… “mi ricordo le foto”… “è la Forra del Lupo”…
Io  non ricordo nulla…ma mi fido. Per intanto mi godo la bellezza del luogo e ele opere del soldato imperiale. Scendiamo lungo la forra e notiamo ancora le vestigia di postazioni e ricoveri in caverna naturale.
Parecchie sono le costruzioni di calcestruzzo che completano. In una “stanza” ci sono ancora gli attrezzi dei lavoranti che hanno riportato alla luce questa trincea.
Siamo decisamente nella “Forra del Lupo”…
Mi chiedo perché “ del Lupo”…a dire il vero ha davvero poca importanza.
Saliamo e scendiamo scale in pietra appena riportate alla luce. Il tutto è davvero bello.
Vorremmo che non finisse mai…



Ma, cammina, cammina, arriviamo ad un dosso dove troviamo un gruppo di escursionisti.
La forra è terminata…ora vorremmo capire dove siamo e dove potremmo arrivare…anche se grossomodo sappiamo dove siamo. La in fondo vediamo Monte Maggio…quindi, mal che vada arriviamo a Passo Coe….
Ci spiegano velocemente che…si appena li c’è la strada che porta a Forte Dosso delle Somme…
Tombola! Perfetto!...
E’ ancora presto e, attraversato il prato ci ritroviamo dalle “casermette” sulla strada che porta al forte. Non siamo nemmeno tanto lontano…
Chiediamo conferma ad altri escursionisti che ci mostrano la carta.
Felici come le pasque iniziamo a seguire la strada; copiando le pestate altrui facciamo un taglio per sentiero e poi dopo un paio di tornanti siamo proprio dalle prime caserme sotto il forte.
Davanti a noi due bikers arrancano sulla neve dura ghiacciata.
In breve siamo al forte Dosso delle Somme.
Abbiamo tempo e ne approfittiamo per esplorare e fotografare. Innanzitutto troviamo un sito soleggiato e riparato dall’aria per mangiucchiare qualcosa. Poi facciamo due chiacchiere con i bikers
che iniziano le loro operazioni di discesa, quindi prima di cominciare a scendere buttiamo un’occhio all’interno del forte. Entriamo da una delle finestre.
Siamo in un corridoio…provo ad avanzare…buchi un po’ ovunque mi consigliano prudenza e circospezione. Esco da un’altra finestra e rientro da un’altra parte.
La musica non cambia. Il forte è stato smantellato in epoca fascista (1936) per recuperare il ferro delle cupole girevoli e per far questo…è stato fatto saltare. Ovviamente! Le mura erano spesse anche 3 metri e anche più in certe parti….calcestruzzo…e di quello buono…certamente non si lesinava in materiale allora!
Iniziamo le operazioni di rientro.
Scendiamo un paio di tornanti e siamo davanti ad un bel pratone. Sul versante opposto al forte si disegna evidenziata dalla neve la striscia di un sentiero in salita. Andiamo a  vedere.
Nel bel mezzo del prato una buca profonda piena di neve evidenzia l’arrivo di una antica cannonata.
Anche sopra, vicino al forte era tutta una buca. Con l’erba alta non si vedono bene….con le due dita di neve odierna…si distinguono chiaramente…ogni buca un cerchio bianco…
Madonnna! Ma quanti cerchi bianchi ci sono?
Ma quante bombe sono cadute?
Non voglio pensare a quei poveri soldati che erano da queste parti…
Dalla buca in mezzo al prato arriviamo al bordo che sporge sulla vallata sottostante….vediamo il forte la sopra e capiamo bene la trincea che si va ad infilare in quella che a noi sembra una caverna…sotto il forte… sicuramente ci saranno stati collegamenti…
Ora seguiamo la trincea innevata in salita….e dalla montagnola vediamo che la medesima trincea inizia a scendere nel prato.
Cosa facciamo?   
Ragioniamo un po’…la linea di combattimento guardava la Valle del Terragnolo e le montagne davanti a noi…Zugna, Pasubio…
La Trincea non può che proseguire sulla cresta e portarci …giù dalle caserme…e poi verso la Forra del Lupo..
Scendiamo nella trincea, lungo la trincea e ci dirigiamo a valle. Con il filo di neve rimasta ci è molto facile seguirla.
Poi la Trincea si inoltra nel bosco. Non c’è neve. Diventa più difficile seguire la trincea che ora si fa più interrata e meno visibile. Però a guardar bene si vede….
Dalla trincea principale si diramano tante trincee minori in un intrico di “vie” come in città.
Ma quanta gente viveva qui? Come vivevano?...
Nei lunghi inverni stranevosi del ‘16 e del ‘17 cosa ci sarà stato da queste parti?
Gli interrogativi sono tanti e non importa se i sodati erano Italiani o Austriaci….erano uomini, erano ragazzi, erano contadini, erano operai….
Era gente che viveva, soffriva, moriva….
Siamo nel mezzo del bosco e per seguire la trincea dobbiamo compiere qualche acrobazia per scavalcare alberi caduti, rami secchi e cespugli vari.
Ma siamo gasati come le aquile e non sentiamo fatica.
In breve siamo arrivati….dalle casermette.
Ora non ci resta che rientrare seguendo la strada….. L’ultimo tratto lo facciamo seguendo la traccia della Gibomegamtb….che entra in un viottolo….probabilmente una vecchia strada di collegamento…e poi improvvisamente ci ritroviamo sul giro delle Trincee…..
Scendiamo di fianco alle piste dove ragazzi forse ignari delle passate vicende storiche si divertono a scivolare sugli sci…
Ancora una volta di più penso a quei ragazzi di 100 anni fa….ai loro sacrifici, alla loro morte…
Siamo degni di loro….
Più di un grosso dubbio vaga nella mia mente….
Per un attimo mi rattristo…e poi penso che anche loro si rallegrerebbero pensando ai loro pronipoti allegri che si divertono e rendono allegri i posti che hanno visto tanto dolore….
Mi sembra di vedere sorridere un gruppo di Kaiserjager….tra le fronde del bosco…laggiù…sembrano mimare il gesto dello sciatore….
Con la pelle d’oca li saluto…
La macchina è dietro l’angolo….
Metto in moto….e chiacchierando con Flora scendiamo verso casa….

Certo che Flora ha un notevole intuito…..anche oggi mi ha portato a vedere qualcosa di veramente speciale. Il nervoso di inizio mattina è svanito fra le trincee e nelle gole della Forra del Lupo…

6 commenti:

  1. Sono Paolo, coordinatore del gruppo di volonterosi che hanno riaperto questo percorso, affascinante per noi e tutti quelli che lo percorrono. La vostra descrizione mi è piaciuta moltissimo. Bravi ad averlo scoperto, ancora più emozionante perchè non ci sono ancora precise indicazioni, che però dovremo mettere per la sicurezza di tutti, più avanti quando la neve, caduta ora copiosamente, si sarà sciolta. Se volete, venite ad aiutarci a continuare il lavoro! Vi aspettiamo comunque per l'inaugurazione di una Mostra sulle foto inedite scattate proprio qui da un combattente austriaco, Ludwig Fasser e per quella del percorso della Forra, i giorni 11 e 12 del prossimo luglio. Allora sarà pronto da percorrere anche il tratto che dalla località "Caserme" porta direttamente al forte, sempre a picco sulla valle di Terragnolo. 4,7 Km di emozioni!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Paolo...tra i mille impegni che ci siamo presi, tra i mille itinerari che ci siamo promessi di di fare....ci impegnamo anche a venirvi a trovare e a fare un pò di lavoro insieme a voi. Apprezziamo moltissimo quello che state facendo, soprattutto per il messaggio che vuole dare.
      Quindi ci muniremo di guanti e buona volontà e saremo dei vostri...anche se per poche ore....Vi abbracciamo forte

      Elimina
  2. Ti mando un messaggio anche da parte di un nostro amico

    Faccio parte anch'io del gruppo ,benchè immeritatamente,mi è piaciuto
    molto il vostro
    racconto della visita della "Forra del Lupo",è un luogo
    straordinario(almeno per Noi) e come
    ha scritto Paolo si cercherà di valorizzarlo,anche perchè è giusto che rimanga il Ricordo
    di quanto anno fatto e patito i soldati in questi luoghi,aldilà se
    erano tedeschi o italiani,
    tanti ragazzi Trentini anno combattuto nell' Esercito Austriaco e sono morti. Grazie a Voi per aver voluto pubblicare quanto avete fatto e visto:
    Tomasoni Ermanno

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Ermanno, La Forra del Lupo ci ha emozionato davvero tanto, e il Vs lavoro è davvero encomiabile. Dobbiamo moltissimo a tutti quei ragazzi (tutti) che hanno donato alla patria (sia essa Italia o Austria non ha importanza ) la gioventù e la vita. Erano ragazzi che non odiavano chi era dall'altra parte, ma hanno cmq dato tutto, in condizioni che per noi sono inimmaginabili. Il loro sacrificio va riconosciuto e il messaggio tramandato alle generazioni odierne che, a mio avviso, hanno perso i riferimenti...
      Un abbraccio a tutti voi
      Stefano

      Elimina
  3. Ciao! Faccio parte anch'io come Paolo qui sopra, del gruppo della Forra del Lupo/Wolfsschlucht
    Se vuoi noi abbiamo anche una pagina ufficiale della Forra del Lupo
    www.facebook.com/ForraDelLupo Complimenti bell'articolo!! Ci stai facendo una gran pubblicità! =)

    RispondiElimina
  4. Siamo appassionati alla storia della Grande Guerra e stiamo "battendo" il fronte trentino, non dico palmo a palmo, ma quasi. Abbiamo visto anche altre zone davvero incredibili (Grom, sbarramento di Lardaro, ecc...) e nel nostro piccolo vorremmo far conoscere questi pezzi di storia, e a loro modo opere d'arte (bellica). Il lavoro di tanti soldati è ancora li da vedere, ed è giusto che venga conosciuto e valorizzato. La forra del lupo è un'opera davvero incredibile, che va salvaguardata e mostrata con orgoglio alla gente. Penso poi che vada fatta leva sul fatto che questi ragazzi hanno lavorato in condizioni terribili, hanno vissuto situazioni pazzesche...e forse sono anche riusciti a sorridere, e cantare....
    Contiamo di venirvi a trovare e a lavorare un pò con voi....
    Stefano

    RispondiElimina