Di questo luogo dai contorni irreali e un poco
magici avevo visto degli spezzoni di filmati su internet, e delle foto. Filmati
e foto sono stati realizzati da professionisti dell’immagine. Il luogo in
questo modo si era ammantato, nella mia fantasia, di un alone davvero speciale
ed avevo maturato l’idea, davvero strana, che non sarei mai arrivato a vederlo.
Mi sembrava un posto in capo al mondo, un sito tipo “ l’isola che non trovata”
(di Gucciniana memoria…quella che il re di Spagna seppe dal cugino…il re di
Portogallo…con bulla del Pontefice).
Flora, mia moglie, sta raccogliendo con meticolosità
davvero incredibile, tutta una serie di testimonianze, immagini, racconti,
foto, filmati della Grande Guerra, e tutti i giorni mi propone diverse mete
davvero interessanti. A dire il vero sono rimasto legato a siti famosi e
conosciuti dai più, e ignoravo davvero tanti siti di grande importanza bellica,
anche se quasi sconosciuti…
Ignoravo quasi completamente tutto il fronte disteso
appena sopra il lago di Garda, sopra Rovereto e via dicendo. Avevo visto
qualche rudere sul monte Cadria…ma non avevo dato importanza.
Grazie alla caparbietà e alla “professionalità” di
mia moglie (ha lavorato fino a poco tempo fa nel turismo) sto “mettendo il naso" in siti davvero importanti e incredibilmente interessanti.
Ma devo essere sincero…la meta dell’escursione
dell’altro giorno era Malga Zures, sopra il Lago di Garda. La posizione del
sito lo faceva davvero appetibile per quota e temperatura.
Le giornate non sempre cominciano bene…non sempre
finiscono male…
A dire il vero non avevo molta voglia di spostarmi
da casa….avevo voglia di andare a fare un giro in bici dalle parti di casa….ma
per dare soddisfazione a Flora…ho accettato. Poi in verità la storia della
Grande Guerra mi ha sempre affascinato e mi affascina ogni giorno di più.
Stranamente l’altra mattina ci siamo approntati in
tempi rapidi e siamo partiti da casa con una decina di
minuti di anticipo rispetto alla tabella di marcia ipotizzata. Il
traffico non eccessivo ci ha permesso di arrivare all’uscita autostradale di
Rovereto Sud davvero velocemente. Bene! La giornata tersa lasciava intravvedere
una splendida camminata sulle montagne sopra Riva…
Ma appena fuori dell’autostrada un curioso cartello
ci annunciava che la strada verso Riva era interrotta poco più avanti. “Non è
possibile” ci siamo detti…e siamo andati avanti. Dopo il lungo tunnel la coda
di autocarri e auto ci confermava il blocco. Un fumo intenso e nero invadeva la
valle appena prima del “solco di Loppio” . Dopo un po’ di minuti, dopo aver
visto arrivare diversi equipaggi di pompieri, e aver visto che non ci si
muoveva, abbiamo realizzato che non saremmo mai riusciti a fare la nostra
escursione. Proviamo ad aspettare ancora un po’, sperando di arrivare alla
rotonda per la strada che porta verso la Val di Gresta per arrivare al Naja
Grom….niente da fare, il tempo passa e, veramente, la processione non cammina!
Nel frattempo sono davvero diventato scorbutico e
nero in viso (pensavo alla bella pedalata che avrei potuto fare a casa con gli
amici….) . Ma ormai siamo qui…bisogna trovare una via d’uscita…
E la butto li…andiamo a Serrada a trovare la Forra
del Lupo…
L’ho buttata li così per dire, senza aver ben
pensato alla posizione di Serrada.
Flora accetta al volo.
Con notevole nervosismo, in mezzo alla colonna
ferma, inizio una manovra di inversione ad U.
Il sopraggiungere di una macchina dela Foerstale mi
fa fare qualcosa di veramente sbagliato e la macchina tocca sotto e rimango in
bilico su un “ricciolo” della strada.
Mentre tiro giù tutti i santi presenti in paradiso,
e anche quelli che ancora devono andarci, con cattiveria finisco la manovra
sperando di non aver fatto danni grossi all’auto….
Mi fermo in una piazzola poco dopo a
controllare…apparentemente ho solo scrostato lo strato di “antirombo” sui
longheroni…speriamo bene. La macchina si comporta bene arrivando a Rovereto.
Inizio la salita verso Serrada. Le indicazioni mi
dicono che devo arrivare quasi a Folgaria.
Lo sapevo! Avrei dovuto saperlo…c’ero stato
quest’autunno.
Cattivo come una iena inizio a salire i tornanti
prendendomela con tutti quelli che ho davanti e che vanno troppo piano (a mio
avviso)
Se Dio vuole arriviamo a Serrada. Dopo un giro del
paese per trovare parcheggio….sistemo la macchina in un bel piazzale vicino ad
un bar sotto le piste. In fretta ci prepariamo.
Sono nero come un temporale. Non abbiamo cartine non
sappiamo da che parte cominciare.
Con la scusa di un caffè entriamo nel bar e
cerchiamo cartine o info varie.
Ne caviamo solo l’indicazione per il Sentiero delle
Trincee, che si imbocca appena fuori del bar.
Mugugno e sbuffo in modo ignobile mentre comincio a
camminare lungo il sentiero. Il sentiero, all’inizio dice poco…ma piuttosto che
niente…
Pestiamo un po’ d’erba in salita e notiamo che il
sentiero ci mena in direzione delle piste da sci, affollate e innevate
artificialmente.
Andiamo ancora un po’…ed arriviamo ad un bivio. Una
indicazione quasi insignificante ci indica: Postazioni.
Flora, senza esitazioni si avvia. So da tempo che
mia moglie ha un fiuto eccezionale, quasi animale.
Fatica a leggere una cartina….ma a “naso” riesce a
trovare quello che vuole…
Come faccia non lo so…ma è veramente abile e brava.
La seguo…ci diciamo che…al limite torneremo sui
nostri passi.
Poco dopo il cartello incappiamo in un paio di posti
di vedetta/mitragliatrice (forse) in via di manutenzione e delimitate da nastro
bianco/rosso…
La cosa ci fa drizzare le orecchie….ci guardiamo e
ci diciamo….”non sarà mica quello che cerchiamo?”
Per non sapere né leggere né scrivere iniziamo a
seguire il sentiero.
Inizialmente la via è bella larga, ma poi va
stringendosi in modo preoccupante. Distinguiamo appena la tracciola nel bosco.
Notiamo però evidenti segni rossi completi di frecce sui sassi e su tronchi
tagliati. Rami appositamente posati, sbarrano la strada su sentieri secondari.
La cosa ci prende e siamo ansiosi mentre saliamo a
zig zag nel bosco. Il sentiero poi si riallarga e corre di cengia lungo la
costa che sovrasta la valle di Terragnolo.
Ora il sentiero va trasformandosi in un qualcosa
che, ci pare ogni passo di più, assomiglia ad una trincea. Ne abbiamo conferma
poco dopo quando cominciamo a incontrare quelle che ci sembrano postazioni.
Ora stiamo camminando veramente in una profonda
trincea che corre proprio sul precipizio sopra la Val Terragnolo.
Le emozioni vanno accavallandosi velocemente. Nella
trincea è rimasta della neve che si è trasformata in ghiaccio. Dobbiamo
procedere con circospezione per non scivolare. Spesso dobbiamo salire sul borso
della trincea…a strapiombo sulla vallata sottostante.
Qua e la ci fermiamo per scattare qualche foto. Giusto il tempo per riflettere sulle condizioni di vita dei soldati appostati in questi luoghi. Chissà se riflettevano sulle bellezze che avevano davanti…o semplicemente si accontentavano di sopravvivere. Probabilmente ai loro orecchi giungevano continuamente gli echi dei bombardamenti sulle montagne circostanti, appena sopra di loro, davanti a loro….e la sul fondo si vede il gruppo Adamello/Presanella….anche li giù cannonate, spari….certamente quei ragazzi non viveano la montagna come la intendiamo noi ora…anche se, specialmente negli ufficiali, sorgevano momenti di ammirazione per le montagne e per la bellezza del creato. Ora nelle trincee e attorno ad esse è cresciuta tanta vegetazione…ma allora….allora con ogni probabilità era tutto pelato…La legna serviva a fare ripari a scaldare i rigugi in galleria o caverna…gli alberi se colpiti dalle bombe potevano bruciare e recare danni….
Qua e la ci fermiamo per scattare qualche foto. Giusto il tempo per riflettere sulle condizioni di vita dei soldati appostati in questi luoghi. Chissà se riflettevano sulle bellezze che avevano davanti…o semplicemente si accontentavano di sopravvivere. Probabilmente ai loro orecchi giungevano continuamente gli echi dei bombardamenti sulle montagne circostanti, appena sopra di loro, davanti a loro….e la sul fondo si vede il gruppo Adamello/Presanella….anche li giù cannonate, spari….certamente quei ragazzi non viveano la montagna come la intendiamo noi ora…anche se, specialmente negli ufficiali, sorgevano momenti di ammirazione per le montagne e per la bellezza del creato. Ora nelle trincee e attorno ad esse è cresciuta tanta vegetazione…ma allora….allora con ogni probabilità era tutto pelato…La legna serviva a fare ripari a scaldare i rigugi in galleria o caverna…gli alberi se colpiti dalle bombe potevano bruciare e recare danni….
Riprendiamo a camminare con questi pensieri e
chiacchierando, quando notiamo che la trincea si infossa in una gola naturale.
Davanti a noi pareti rocciose lavorate dall’uomo, si ergono a mura difensive. Scalette intagliate nella roccia portano a postazioni sopraelevate…
Davanti a noi pareti rocciose lavorate dall’uomo, si ergono a mura difensive. Scalette intagliate nella roccia portano a postazioni sopraelevate…
Flora entra in agitazione…
Io non
ricordo nulla…ma mi fido. Per intanto mi godo la bellezza del luogo e ele opere
del soldato imperiale. Scendiamo lungo la forra e notiamo ancora le vestigia di
postazioni e ricoveri in caverna naturale.
Parecchie sono le costruzioni di calcestruzzo che completano. In una “stanza” ci sono ancora gli attrezzi dei lavoranti che hanno riportato alla luce questa trincea.
Parecchie sono le costruzioni di calcestruzzo che completano. In una “stanza” ci sono ancora gli attrezzi dei lavoranti che hanno riportato alla luce questa trincea.
Siamo decisamente nella “Forra del Lupo”…
Mi chiedo perché “ del Lupo”…a dire il vero ha
davvero poca importanza.
Saliamo e scendiamo scale in pietra appena riportate
alla luce. Il tutto è davvero bello.
Ma, cammina, cammina, arriviamo ad un dosso dove
troviamo un gruppo di escursionisti.
La forra è terminata…ora vorremmo capire dove siamo
e dove potremmo arrivare…anche se grossomodo sappiamo dove siamo. La in fondo
vediamo Monte Maggio…quindi, mal che vada arriviamo a Passo Coe….
Ci spiegano velocemente che…si appena li c’è la
strada che porta a Forte Dosso delle Somme…
Tombola! Perfetto!...
E’ ancora presto e, attraversato il prato ci
ritroviamo dalle “casermette” sulla strada che porta al forte. Non siamo
nemmeno tanto lontano…
Chiediamo conferma ad altri escursionisti che ci
mostrano la carta.
Felici come le pasque iniziamo a seguire la strada;
copiando le pestate altrui facciamo un taglio per sentiero e poi dopo un paio
di tornanti siamo proprio dalle prime caserme sotto il forte.
Davanti a noi due bikers arrancano sulla neve dura ghiacciata.
Davanti a noi due bikers arrancano sulla neve dura ghiacciata.
Abbiamo tempo e ne approfittiamo per esplorare e
fotografare. Innanzitutto troviamo un sito soleggiato e riparato dall’aria per
mangiucchiare qualcosa. Poi facciamo due chiacchiere con i bikers
che iniziano le loro operazioni di discesa, quindi prima di cominciare a scendere buttiamo un’occhio all’interno del forte. Entriamo da una delle finestre.
Siamo in un corridoio…provo ad avanzare…buchi un po’ ovunque mi consigliano prudenza e circospezione. Esco da un’altra finestra e rientro da un’altra parte. La musica non cambia. Il forte è stato smantellato in epoca fascista (1936) per recuperare il ferro delle cupole girevoli e per far questo…è stato fatto saltare. Ovviamente! Le mura erano spesse anche 3 metri e anche più in certe parti….calcestruzzo…e di quello buono…certamente non si lesinava in materiale allora!
che iniziano le loro operazioni di discesa, quindi prima di cominciare a scendere buttiamo un’occhio all’interno del forte. Entriamo da una delle finestre.
Siamo in un corridoio…provo ad avanzare…buchi un po’ ovunque mi consigliano prudenza e circospezione. Esco da un’altra finestra e rientro da un’altra parte. La musica non cambia. Il forte è stato smantellato in epoca fascista (1936) per recuperare il ferro delle cupole girevoli e per far questo…è stato fatto saltare. Ovviamente! Le mura erano spesse anche 3 metri e anche più in certe parti….calcestruzzo…e di quello buono…certamente non si lesinava in materiale allora!
Iniziamo le operazioni di rientro.
Scendiamo un paio di tornanti e siamo davanti ad un
bel pratone. Sul versante opposto al forte si disegna evidenziata dalla neve la
striscia di un sentiero in salita. Andiamo a
vedere.
Anche sopra, vicino al forte era tutta una buca. Con
l’erba alta non si vedono bene….con le due dita di neve odierna…si distinguono
chiaramente…ogni buca un cerchio bianco…
Madonnna! Ma quanti cerchi bianchi ci sono?
Ma quante bombe sono cadute?
Non voglio pensare a quei poveri soldati che erano
da queste parti…
Dalla buca in mezzo al prato arriviamo al bordo che
sporge sulla vallata sottostante….vediamo il forte la sopra e capiamo bene la
trincea che si va ad infilare in quella che a noi sembra una caverna…sotto il
forte… sicuramente ci saranno stati collegamenti…
Ora seguiamo la trincea innevata in salita….e dalla
montagnola vediamo che la medesima trincea inizia a scendere nel prato.
Cosa facciamo?
Ragioniamo un po’…la
linea di combattimento guardava la Valle del Terragnolo e le montagne davanti a
noi…Zugna, Pasubio…
La Trincea non può che
proseguire sulla cresta e portarci …giù dalle caserme…e poi verso la Forra del
Lupo..
Scendiamo nella
trincea, lungo la trincea e ci dirigiamo a valle. Con il filo di neve rimasta
ci è molto facile seguirla.
Poi la Trincea si
inoltra nel bosco. Non c’è neve. Diventa più difficile seguire la trincea che
ora si fa più interrata e meno visibile. Però a guardar bene si vede….
Dalla trincea
principale si diramano tante trincee minori in un intrico di “vie” come in
città.
Ma quanta gente viveva
qui? Come vivevano?...
Nei lunghi inverni
stranevosi del ‘16 e del ‘17 cosa ci sarà stato da queste parti?
Gli interrogativi sono
tanti e non importa se i sodati erano Italiani o Austriaci….erano uomini, erano
ragazzi, erano contadini, erano operai….
Era gente che viveva,
soffriva, moriva….
Siamo nel mezzo del
bosco e per seguire la trincea dobbiamo compiere qualche acrobazia per
scavalcare alberi caduti, rami secchi e cespugli vari.
Ma siamo gasati come le
aquile e non sentiamo fatica.
Ora non ci resta che
rientrare seguendo la strada….. L’ultimo tratto lo facciamo seguendo la traccia
della Gibomegamtb….che entra in un viottolo….probabilmente una vecchia strada
di collegamento…e poi improvvisamente ci ritroviamo sul giro delle Trincee…..
Scendiamo di fianco
alle piste dove ragazzi forse ignari delle passate vicende storiche si
divertono a scivolare sugli sci…
Ancora una volta di più
penso a quei ragazzi di 100 anni fa….ai loro sacrifici, alla loro morte…
Siamo degni di loro….
Più di un grosso dubbio
vaga nella mia mente….
Per un attimo mi
rattristo…e poi penso che anche loro si rallegrerebbero pensando ai loro
pronipoti allegri che si divertono e rendono allegri i posti che hanno visto
tanto dolore….
Mi sembra di vedere
sorridere un gruppo di Kaiserjager….tra le fronde del bosco…laggiù…sembrano
mimare il gesto dello sciatore….
Con la pelle d’oca li
saluto…
La macchina è dietro l’angolo….
Metto in moto….e
chiacchierando con Flora scendiamo verso casa….
Certo che Flora ha un
notevole intuito…..anche oggi mi ha portato a vedere qualcosa di veramente
speciale. Il nervoso di inizio mattina è svanito fra le trincee e nelle gole
della Forra del Lupo…